Tecniche Bioenergetiche
Digitopressione punti Trigger
La terapia dei Trigger Point serve per il trattamento del dolore muscolare. Quindi l’oggetto principale è il tessuto muscolare scheletrico volontario contrattile.
Esistono due tipi di muscolo scheletrico: il muscolo fasico e il muscolo posturale, o tonico. Tra molti fattori che contribuiscono al dolore e alla disfunzione di un muscolo, uno è rappresentato dallo sviluppo di trigger point all’interno di esso, individuabile nel tessuto muscolare e/o nella fascia a esso associata.
I trigger point miofasciali – vale a dire individuabili nel muscolo (in genere scheletrico) o nella fascia muscolare – sono quelli prevalenti e più sintomatici; tuttavia, possono essere presenti anche nei tessuti fasciali cutanei, legamentosi, periostali e non muscolari.
Un trigger point miofasciale è costituito da quella zona o quel punto lungo la banda muscolare contratta in cui la sensibilità al dolore raggiunge il massimo grado.
Alla compressione, un trigger point risulta molto dolente e può generare fenomeni autonomi come disturbi visivi e vestibolari, arrossamento degli occhi e lacrimazione, un’alterata percezione dello spazio, corza (infiammazione delle membrane mucose), riduzione dell’attività vascolare locale e modifiche della temperatura corporea della pelle.